L’Ibis

Anno 2010 

Concorso Parole in Corsa sezione racconti – bando indetto dall’Azienda ANM di Napoli 

L’Ibis

Ho ancora il suo ciondolo fra le mani, impregnato della sua essenza: una pietra d’ambra ovale
incastonata all’interno di una sottilissima lamina d’argento, finemente lavorata, con alcune infiorescenze intorno che sbocciano delicate. Questi tratti dell’ambra sembrano corrispondere per la particolare levigatezza e splendore, al suo viso … di un’ incarnato traslucido e i lineamenti fini, con i riccioli dorati che gli ricadono morbidamente sulla fronte, e disegnano un’arcata di rose.
Sul lato posteriore del pendente c’è inciso il suo nome in otto lettere: Eleonora.
Lo ripongo nell’ampia tasca del pantalone, frenando la stretta della mia mano che lo esaminava per l’ennesima volta, nella speranza che potrò rincontrarla ancora, magari al solito caffè di piazza Bellini, dove l’ho vista in un primo momento, se non fosse per il fatto che è già legata ad un altro, e lo ama.
Fino ad una settimana fa, non credevo fosse possibile perdere la testa per qualcuno, soprattutto se è diversa da te, dal modo in cui parla e respira la vita, lasciando la stessa parte anche a te, per fartela amare, proprio io che sono stato sempre negato a riconoscere i sentimenti.
“Sono nato libero” mi dicevo … e invece non lo sono stato mai, sempre in fuga da un posto all’altro del mondo, l’evasione dalle solite compagnie, il fastidio nel restare più di un ora nello stesso posto, per ritrovarmi ancora prigioniero, di me stesso. Solo l’avventura per nuovi stimoli mi mette al mondo e lei questo l’aveva capito, più di me.
Risalgo le scale mobili della metropolitana, qua a Napoli ci si muove più in fretta; la gente si stende come un gregge variopinto, in cima a questa scatola di ferro, sembra non accorgersi di me: chi ascolta musica dall’MP3, chi legge il giornale per iniziare la giornata affidandosi all’oroscopo, chi consulta il cellulare divenuto un mini p.c. portatile, e i pendolari con gli enormi borsoni, pronti a venderti qualcosa di eccezionale, giù alla stazione. Tutti hanno un pretesto per iniziare questo giorno, io no … ho perso Eleonora e nessuno può saperlo.
Non è da me ammettere che mi manca … “Federico che confessa di essersi innamorato?!”Lui proprio lui che ha relazioni instabili con qualunque tipo di affetto … sempre pronto a scontrarsi per avere la meglio. Con la sua aria ostinata e ambiziosa, da allontanare a se chiunque gli è accanto.
Soltanto il mio lavoro mi appaga e lenisce le mie colpe. L’archeologia sembra far rinvenire alla luce alcuni pezzi del mio passato, che ho tralasciato o dissipato in qualche posto non lontano da me.
Occuparmi degli scavi è stata sempre la mia passione, l’unica che ho, mi libera la mente e mi afferra il cuore fino a farmi male, ho continuamente desiderato questo, prima dell’arrivo di Eleonora.
Adesso so che non può tornare e vado avanti, poteva esser la volta giusta, ma chi può saperlo.
thot-egittoHo in mente un’ altro viaggio : l’Egitto … devo recarmi li fra due giorni, per lavoro.
Andrò alla ricerca della sua bellezza misteriosa e proibita, davanti alla presenza di enormi blocchi di pietra che formano complesse strutture triangolari … le Piramidi … irte e fisse nel deserto sfidano il cielo, sotto la protezione degli astri più potenti che le rendano immortali. L’Egitto mi somiglia. Sarò li a contemplare una Sfinge; una figura emblematica dal corpo di un leone accovacciato e la testa umana che terrorizzava chiunque varcasse l’ingresso verso altri portali ; mi sentirò come Edipo davanti ad una di loro, abile ad individuare i suoi tranelli e sciogliere l’enigma che vi si celi per riprendere il mio viaggio.
Farò finta che Eleonora sia anch’essa un’entità del posto e mi darà forza. Spirerà come il Ghibli il vento caldo e secco sul deserto quando camminerò con il cuore vuoto, e la evocherò con il pensiero.
Apparirà nel vento volando su di me … sarà l’Ibis, l’uccello sacro degli dei, che si disseta di pura acqua limpida … verrà a togliermi la sete quando esausto chiederò di bere.
Eleonora è l’Ibis, sacra come la sua persona, il suo ricordo si mostrerà nelle trasparenze dell’ambra.
Il suo ciondolo che porterò ovunque vada.
Adesso sono pronto, aspetto il prossimo autobus.

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