Le mie mani sono stese al sole
come bianche lenzuola asciugate dal vento
raccolgono i pensieri di un’ intera generazione
ed hanno il peso, di tutto quello che si portano dentro.
Non è una preghiera ma è quasi un lamento …
Voci straziate di perdute speranze
che affidano al cielo ogni sentimento.
La sofferenza è il cancro che si circonda di facili alleanze.
Chi mai crederà che ho fame di giustizia
se questo mondo si nutre di avidità e di inimicizia?
Chi mai crederà che ho sete di verità
se questo mondo beve dalla coppa della crudeltà?
La mia testa da ieri è diventata un campo minato
dove i pensieri esplodono in una nuova guerra
quella disseminata fra parole, sguardi in un viso accigliato
l’animo inerme implora pace, e l’odio sotterra.
Un giorno, con le mani costruirò il mio avvenire
le stesse dita impastate di pura verità …
ed il mio sapere sarà trasferito a chi saprà sentire
fra un battito di ciglia e due di cuore. L’umanità.
Il corpo stanco ha già subito. E’ in ribellione …
I piedi non camminano
Le braccia non si agitano
Sono una bussola che ha perso la sua direzione …
Il riscatto è un cerchio perfetto
Il tempo è l’arma migliore per sfuggire da questo ghetto
Non è più il momento di tacere …
Chi mangia per anni parole di fiele, non ha da temere.
Speranze, sogni e dignità …
È tutto quello che indosso. Chiamatela nuova povertà.