|POESIA|Squarciare i silenzi

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DIALOGO ALLA CITTÀ DI PARTENOPE

Annunziata Buggio

(Una voce antica mi chiama ad udirla)

Non so come definire l’unicità che mi porto;

un patrimonio di filosofia ed esaltazione stratificato fra centimetri di ossa e pelle.

Ci somigliamo, ci apparteniamo…

mia città fremente

e dietro le ombre delle cicatrici ci sorridiamo

per un nulla o per un niente.

Speculari come la luna nell’acqua

beviamo solo la sete che chiediamo,

e il mare come tavola equa

lambisce i giorni che non amiamo.

Tufo, mura e cunicoli sommersi

riversi sotto ai piedi a fianchi stretti

radici profonde si diramano in centro …

di secoli palpabili profani e santi.

Quanto ancora turberai i miei pensieri?

Eppure c’è vita che mormora di affetti

o solo un presagio di quello che ho dentro?

Scrivo di te, fra mille passanti.

Ti immagino regina del domani,

quando dal sonno desterai la tua coscienza,

inaridita e stuprata da chi si macchia le mani…

Solo allora emetterai la tua sentenza.

(Domani… Io sarò lì a combattere i tuoi diavoli).

 

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