Silvestro Sentiero. L’intervista al Poeta performer che vive delle sue parole

L’articolo del giorno è dedicato ad una figura sensibile: quella di Silvestro Sentiero il Poeta, l’artista performer di casa a Port’Alba, definito dai critici l’ultimo poeta del suo genere, capace di catturare gli animi di noi piccole creature e sublimarli pochi e gentili versi.
L’ho intervistato per voi, onorata di aver ricevuto dal Poeta, oltre ai suoi versi estemporanei anche una bella conversazione di quelle che non dimentichi e che ti proiettano nella pura arte a 360° senza fronzoli.
Accolta in casa sua, in un piccolo ambiente luminoso che gli somiglia, ricavato all’interno di uno storico palazzo monumentale di Napoli, respiro l’essenza della cultura secolare passando da una scala all’altra fino a giungere sulla soglia di casa, preceduta nel salotto familiare dove mi attende una semplice tazza di thè verde (la mia bevanda preferita) con una sedia di legno improvvisata per tavolino, conversando tra oggetti d’arte, vecchie valigie che porta in giro per le tourneè, tra libri e volumi letti o accantonati in libreria, e la musica classica che suona e alleggerisce il tono, senza perdere di vista le parole o meglio, senza accentuarle con il grassetto “bold” di chi si compiace di sè stesso ma tenendo uno stile corsivo elegante di chi sa essere umile ed emozionarsi ancora.
Mi accorgo che esiste un filo diretto tra il Poeta performer e Silvestro Sentiero: ovvero tra l’artista e l’uomo.

Ma chi è Silvestro Sentiero?

Per qualcuno è soltanto un’artista di strada come se ne vedono tanti in giro, pronti ad esibirsi facendo spettacolo e vendendo la propria arte in cerca di facili consensi; per altri, per coloro che infondo lo conoscono bene, Silvestro Sentiero è un’autentico artista di rara portata e chi ne fa il suo incontro, potrà affermare di essere stato un privilegiato, toccato dal dono di preziosi versi frammentati in un tempo sospeso. E’ lui che vi scova, in mezzo a centinaia di persone che passeggiano distratte davanti ai suoi occhi, e sono proprio quegli occhi che illuminati da una scintilla ispiratrice, vi prende per mano e vi trascina verso la sua postazione, intitolata il “Poeta” e come un scrivano agè è lì pronto per catturarvi in brevi versi. Tra spaesamento, paura o dolce abbandono, sentirete la vita trasalire per incontrare la vera poesia, quella che nasce in strada in forma estemporanea.

Capita spesso che i suoi versi non sono messi lì per caso ma anzi sembrano suggerire un consiglio ermetico conseguente ad una domanda o ai pensieri della giornata. Per chi ha la fortuna di incontrarlo, sappiate che è una sorta di “Libro della verità” a scopo filantropico.

Dietro l’apparenza «Chapliniana» di Silvestro Sentiero dell’artista performer, si nasconde in realtà un vero professionista; non tutti sono a conoscenza che il suo personaggio de “Il Poeta” girovago sempre in viaggio tra Festival ed eventi performativi, ad un certo punto ha attirato l’attenzione di celebrità degli anni Novanta: nel 1995 è stato il protagonista di una performance a cura del critico d’arte Achille Bonito Oliva al Palazzo delle Esposizioni a Roma, dove ha interpreto il monumento alla poesia. Nello stesso anno è Paolo Sorrentino a volerlo come protagonista nel suo film “Dragoncelli di Fuoco” che gli farà vincere il Premio Solinas in qualità di regista e sceneggiatore; nel 1996 partecipa ad un reading di letture in cui è presente l’immensa Alda Merini e nel 2004 è protagonista insieme ad Enzo de Caro nel cortometraggio intitolato “L’estro di Mario”. Gli anni Novanta segnano anche l’epilogo nel programma televisivo del Maurizio Costanzo Show, di cui è stato spesso ospite nelle vesti di sé stesso. Numerose sono in realtà le sue apparizioni.

Alle apparizioni cinematografiche e quelle televisive dei suoi primi esordi, Silvestro Sentiero ha preferito tralasciare quel mondo effimero e di spettacolo, stanco di sentirsi fenomeno commerciale anche per timore di “smarrire” il suo linguaggio genuino per dedicarsi quasi esclusivamente alla quiete e alla bellezza delle sue parole, senza nascondere un velo di nostalgia ma anche un pizzico di orgoglio per essere riuscito negli anni a sfamarsi, non solo di “gloria” ma dei suoi versi;una sorta di coperta di Linus che il Poeta indossa contro i mali del mondo. Preferisce scrivere per il teatro un linguaggio che gli è affine e fra i suoi lavori, un testo molto importante è stato scrivere l’adattamento in napoletano de “La Tempesta” di William Shakespeare, con la regia di Davide Iodice con le canzoni di Nino D’Angelo.

Attualmente ha in attività nuovi progetti: il primo riguarda l’uscita di un nuovo romanzo e mi confida quasi in via esclusiva che edito da una vera casa editrice e che presto troveremo negli scaffali delle maggiori librerie; questa proposta risulta molto interessante ma a Silvestro questa idea un po’ lo disarma e forse intuiamo entrambi il perché; in quel silenzio pensoso aleggia la frase “Non voglio tradire me stesso” finora il Poeta è stato fedele all’autoproduzione dei suoi libri con l’invenzione della casa editrice “La Pannocchia” tutto made hand con cui ha prodotto i suoi volumi: Nude Passeggiate, La malinconia dei patafisici, Semi di Melone, Il Mare nel lavandino, Sulle Orme del Tonno, Un arrivederci più arrivederci di qualsiasi arrivederci, L’Amore ideale, Cosa canta il pesciolino.

Questi sono i libri che spesso porta in giro durante i suoi “Attacchi Poetici” vendendoli a chi desidera acquistarli e conoscerlo nel suo intimo a soli 10-15 euro; una cifra irrisoria rispetto al valore intrinseco dell’artista, dei suoi scritti e del suo lavoro di autoproduzione a cui tiene tanto.
Rispetto al passato, di quando il suo personaggio de “Il Poeta” stupiva per l’originalità della performance e della spontaneità con cui la gente che si avvicinavano in fila per richiedergli una poesia, Silvestro Sentiero ammette e avverte che oggi le persone sono più sfiduciate da questa forma d’arte e hanno paura perfino di essere prese per mano, come di solito ama fare, accompagnando le sue muse verso la sua postazione. Ma ciò non lo scoraggia e anzi lo anima, provando a donare ai passanti un sorrido sincero e versi sentiti.

L’altro progetto che lo riguarda molto da vicino e che più di tutti l’ha emozionato, è stato la realizzazione di un docufilm incentrato sulla sua biografia e sul suo percorso artistico con una serie di riprese avvenute durante un intero anno, tra la sua casa e i suoi luoghi natii originario di Torre Annunziata, accompagnati da momenti di performance catturati in giro per la città. Il documentario a cura di una studentessa dell’Accademia di Belle Arti di Napoli indirizzo Cinema, è stato presentato e valutato come materiale di tesi e oggetto di studio lo scorso 23 ottobre, a cui ha preso parte Silvestro Sentiero, rivelando che era in preda all’emozione e felice di aver svolto questo percorso e che prima o poi il prodotto potrebbe approdare in concorso in alcuni Festival del Cinema. Un’altro passo tutto in salita che ci auguriamo possa valorizzare il suo talento e premiare i suoi sacrifici e accendere nuovi stimoli creativi che possono spaziare tra letteratura, poesia, teatro, arte, cinema.
Prestate attenzione ma soprattutto orecchie sensibili quando sarete scelti casualmente per uno dei suoi attacchi poetici!

Auguriamo al Poeta che le sue parole possano restare eterne come i suoi versi intrisi di gentilezza e bellezza e farsi “scoprire” da una platea anche più grande che non sia soltanto quella di strada, che predilige e padroneggia con disinvoltura ma anche da un pubblico più sensibile capace di restituirgli le parole che egli cerca in continuazione anche per noi.

A cura di Annunziata Buggio

Tra le sue apparizioni vi segnalo questo cortometraggio del 2015 BARCHETTA BIANCA E BLU DIPINTA
https://youtu.be/sKSqYFrzE-I



Pubblicato da incarte

Nata a Napoli ha intrapreso una formazione artistica fra arte, cultura e spettacolo.