La notte magica di San Giovanni Battista

La Vigilia di San Giovanni rappresenta un chiaro esempio di rituale di origine pagana, che si rinnova ancora oggi nella tradizione popolare, carico del suo antico mistero.

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La festa solstiziale di San Giovanni conferma l’importanza dell’esoterismo napoletano, ma i suoi rituali sono  diversi con significati molteplici per ogni nazione, religione, popolo ed ognuno pratica il proprio. Perché è cos’ forte? Il rito di San Giovanni “il Battista” trae origine dagli antichi misteri pagani, legati  agli aspetto purificatore dell’elemento acqua e si celebra nella notte del 23 giugno (vigilia della nascita del Battista). Non ha caso il rito pagano confluisce nel cristianesimo è adatta la figura di San Giovanni Battista, per esprimere al meglio le sue potenzialità (acqua-battesimo). Ha un forte legame con l’alchimia che a Napoli, trova il suo riscontro maggiore, nella tradizione della grande scuola ermetica medioevale di cui il poeta latino Virgilio, raccontano le cronache, ne fosse iniziato.

La notte del solstizio estivo segna un passaggio importante: è il momento in cui il Sole (elemento fuoco) entra in contatto con la costellazione del Cancro governato dalla Luna (elemento acqua)  è rappresenta la notte più lunga dell’anno. E’ il trionfo massimo della luce il 21 giugno ma anche il suo opposto, il lento declino fino al suo sommo culmine a dicembre.  Infatti il Sole in questo periodo sembra fermasi.

L’incontro sole-luna dà vita al matrimonio alchemico fuoco-acqua/oro-argento/maschile – femminile che si riconosce nell’unione di due triangoli nel simbolo della stella a sei punte (stella di David o Sigillo di Salomone) o di due cerchi che si incontrano.

Molti dei riti sono propiziatori per la terra, infatti è celebre la raccolta delle erbe magiche di San Giovanni, nella vigilia tra il 23 ed il 24 in cui si bruciano le vecchie in un falò e si raccolgono le nuove. L’erba essiccata e bruciata, preservava da ogni malattia e in parte si utilizzavano nei filtri magici. Mentre la raccolta della rugiada (fondamentale) era impiegata per lavare gli indumenti dell’intero anno e che a contatto con la pelle, il “fluido” benefico allontanava i malanni. La più nota è quella propriamente detta di San Giovanni “l’iperico” o scacciadiavoli (Hypericum perforatum) è una pianta officinale del genere Hypericum con proprietà antidepressive e antivirali.

A Napoli, celebre era la Festa di San Giovanni che godeva della sua autorità, durante il dominio aragonese, in cui si associavano rituali legati al mare. Infatti in prossimità della Chiesa San Giovanni a Mare si riunivano fra la notte del 23 e l’alba del 24, sia uomini che donne, i quali denudati si riversavano in acqua e approcciavano alla danza per propiziare la fertilità, ed assicurarsi l’abbondanza derivante dall’antico culto di Partenope e quello di Priapo. L’acqua marina utilizzata come purificazione o nuovo battesimo.

Ancora oggi si praticano alcune usanze come il famoso scioglimento del “Piombo di San Giovanni”. Il rito è detto di molibdomanzia (cioè l’arte divinatoria di interpretare le figure formatesi).  Il Piombo (metallo alchemico di Saturno) fuso con lo Stagno (metallo associato alla Luna) all’interno di un crogiuolo e riversato in acqua (parte di rugiada) crea un nuovo composto metallico simile all’argento ed offre una complessa risposta interpretativa per le ragazze desiderose di conoscere il responso sul loro destino amoroso. La vera natura del rito alchemico è andata smarrita, poiché rivelata e trafuga; ciò che resta del rituale è un gioco popolare che si tramanda nel tempo e si presta alla tradizione.

Le simbologie dell’acqua associate alla figura del Battista indicano sia la sua attività di conversione con l’infondere il battesimo nelle acque del fiume Giordano che le famose lacrime di Salomè (colei che lo fece decapitare). La leggenda infatti racconta che Salomè, pentita per la morte del Predicatore, coprì la testa del Battista di baci e lacrime, ma dalla bocca di Giovanni si levò un vento così forte che la spinse in aria, dove restò a vagare per l’eternità per l’atto commesso.

Potremo ancora citare che il 24 giugno è la notte delle streghe … durante la quale la tradizione voleva che le streghe andassero in giro a catturare le anime e che a Benevento si riuniscono in un convegno o sabba sotto il sacro l’Albero del Noce. E’ proprio in questa notte che si devono raccogliere dall’albero le noci, dette appunto di San Giovanni, per la preparazione del famoso nocino, il liquore ottenuto dall’ infusione delle noci ancora immature.

La Notte di San Giovanni rappresenta per i cultori dei riti, un momento magico e suggestivo, in cui le forze della natura entrano in  contatto, per poche ore, con l’uomo per rivelare gli antichi saperi. Tralasciando la religione ufficiale, il rituale di San Giovanni è la perfetta simbiosi esoterica che rispecchia i quattro elementi: fuoco (sole e fiamma) acqua (luna e mare) terra (erbe e raccolti) aria (essiccamento e esalazioni) identificabili in ogni cosa.

Fonte: “Napoli Esoterica” Itinerario nei misteri napoletani. Autore – Mario Buonoconto – Editore Newton & Compton

Pubblicato da incarte

Nata a Napoli ha intrapreso una formazione artistica fra arte, cultura e spettacolo.