Il Natale tra leggende e credenze popolari del sud Italia

Il Natale è sinonimo di magia e di mistero e molte sono le credenze e le leggende popolari basate sulla notte del 24 dicembre, sospese tra superstizioni, fato e rituali curiosi.

Il Natale che possa piacere o no al di là del proprio credo religioso è sicuramente la festività dell’anno che suscita una certa emozione: un connubio di frenesia, ansia, entusiasmo, gioia e un pizzico di malinconia; a condire il tutto sono le luci accese e i colori sfavillanti delle luminarie che riscaldano l’atmosfera natalizia e invogliano a prenderne parte.
Perchè il Natale a Napoli è speciale? E’ speciale la magia che emana il Presepe napoletano denso di attributi simbolici che si sprigiona sulla Via di San Gregorio Armeno, dove i Pastori prendono vita nei loro preziosi abiti settecenteschi e sotto la morbida terracotta abilmente modellata; è il suono delle campane a festa che intonano i canti natalizi, è lo sfavillio della tradizione in tavola a cui nessuno sa rinunciare, dove le candele rosse si accendono per devozione. Il Natale cela qualcosa di unico di sacro e di profano dove anche i piccoli miracoli insperati, possono accadere improvvisamente. 

Da dove arriva tutta questa magia?

Ai miracoli, ai prodigi e alla magia, credevano soprattutto le antiche popolazioni ancor prima dell’avvento del Cristianesimo che ritenevano la notte del 24 Dicembre, come la notte più misteriosa in assoluto densa di grandi significati (basta sollecitare la festa del Sol Invictus o i Saturnali) e questo momento era vissuto sia con timore che con gioia, visto come un periodo di profonda trasformazione, di preparazione, di arricchimento per l’arrivo del nuovo anno; si scrutavano non soltanto i mutamenti del cielo (il Sole, la Luna, le stelle e i pianeti) ma anche i più reconditi segreti della natura, cercando di cogliere i rimedi offerti da questa per assicurarsi la buona sorte.
Qui ci addentriamo in un mondo magico, dove si forgiano superstizioni, rituali e credenze popolari per la nascita di misteriose leggende che hanno come protagonista la notte di Natale. Credenze, rivisitate ma sopravvissute fin oggi che sviscerano e celebrano sacro e profano, con la promessa di tramandare la tradizione attraverso i rituali di buon auspicio praticati durante la notte santa, impiegati come rimedi protettivi per allontanare la cattiva sorte.

Rituali e credenze da praticare la notte di Natale

Una credenza popolare molto diffusa specialmente al Sud, è quella di tramandare ad un prescelto durante la notte di Natale, il potere di levare il «malocchio».
Si crede che proprio la magia della serata (per opera divina) si presti ad alcune pratiche di magia buona legate soprattutto ai riti di guarigione; infatti chi possiede particolari doni di guarigione, pare che sia capace di trasmettere il proprio dono ad una persona prescelta che ne erediterà il potere di levare il malocchio e percepirà questo passaggio, come una sorta di missione di soccorso nei confronti del prossimo.
Una raccomandazione che ci viene chiesta durante la notte di Natale è quella di non litigare in generale poiché si crede che porti male per tutto l’anno e che attiri disgrazie; stesso avviso è quello di ricordarsi di non spazzare la casa dopo il cenone del 24 e se proprio ciò avviene, è buona usanza radunare tutta la spazzatura al centro della casa e non buttarla via, nemmeno fuori dalle porte che dai balconi, per evitare che tutti i segreti della propria famiglia possano diventare di dominio pubblico.
Chi possiede un bel camino può approfittare di questo vecchio rimedio per allontanare i malanni: ovvero quello far bruciare per tutta la notte di Natale, della buona legna lasciata lì a consumare; la mattina seguente quando la legna sarà tramutata in cenere, basterà cospargerla per tutta la casa e questa servirà come antidoto per levare tutti i malanni dalla propria famiglia.

Un’altra usanza di buon auspicio per attirare soldi e fortuna è quella di conservare una lisca di pesce dopo il cenone di Natale, simbolo di abbondanza e fertilità. Come non ricordare un famoso rituale «L’acqua ‘e pesce»? Già perché a Napoli è cara l’eredità del culto pagano Partenope-Priapo. E’ un antico metodo segreto per propiziarsi ‘a Bella ‘Mbriana, non legato in particolar modo al Natale ma si pratica nei momenti più difficili della vita.
Sempre riguardante il cibo è buona usanza tipicamente napoletana, conservare qualcosa da mangiare ai defunti sulla tavola, poiché si crede che dal 2 Novembre fino al 6 Gennaio, questi facciano visita ai propri cari nella speranza di aiutarli. (Culto dei morti)

Per tutti i giovani in cerca dell’anima gemella, vi è un rituale molto simpatico da fare. Una credenza popolare del centro-sud, racconta che il ragazzo o la ragazza che desidera fidanzarsi e incontrare l’altra metà, potrà praticare questo rito tra la notte del 24 e 25 dicembre prima di andare a dormire: occorrerà percorrere a ritroso (come un gambero) la propria camera da letto e di coricarsi così. Solo in questo modo avrà la possibilità di sognare il viso dell’amata/o, di parlarci in sogno e di incontrarla/o durante l’anno.
Per favorire l’armonia e la felicità familiare è indicata la magia dell’arancia: Si usa decorare l’arancia con alcuni chiodi di garofano infilzati nella buccia dell’arancia lasciandola seccare per tutta la durata delle feste per poi essere bruciata dopo il 6 Gennaio in un camino o sul fuoco. Questo frutto per la sua forma sferica è associato al globo terrestre, simbolo di centralità, positività, dell’amore, della gioia e della prosperità coniugale. Il suo profumo speziato aiuterà i coniugi a ritrovare la serenità familiare e concilierà i cuori in conflitto.
Tra i regali da «scartare» sul vero senso della parola e da non regalare ai propri cari ci sono: i coltelli, le forbici e le chiavi; perchè si crede che questi oggetti procurino divisione a meno che non si voglia allontanare una persona (volontariamente) dalla propria vita.

Alcune delle più note leggende popolari che si colorano di fantasy-horror, sono quelle che riguardano le streghe e i lupi mannari, nati durante la notte di Natale.
Secondo antiche superstizioni imbevute di oscurantismi e di fervore religioso, chi nasceva nel giorno del Signore, durante la notte del 24 dicembre, avrebbe offeso il figlio di Dio e con esso la volontà del Padre, per cui era predestinato ad una vita «infernale» tramutandosi in lupo mannaro. Una punizione crudele inflitta ai maschi mentre alle femmine spettava la condanna a diventar Janara; unica colpa, quella di essere venuti al mondo durante la notte santa, precisamente a mezzanotte. (leggenda beneventana) Su questa leggenda popolare vi sono più versioni contrastanti: si racconta che poteva diventare lupo mannaro chi veniva concepito nella notte di San Paolo e poteva trasformarsi in strega chi nasceva nel giorno di San Giovanni o concepite sia il 25 dicembre che il 25 marzo.

Un’altra leggenda napoletana ambientata nella notte di Natale è quella che riguarda il celebre e tanto misterioso Principe Raimondo di Sangro Sansevero. Alchimista, mago, mente illuminante e grande scienziato ci ha lasciato in eredità il suo tempio sacro, ovvero Cappella Sansevero uno scrigno d’arte dal valore inestimabile denso di messaggi occulti. Come è leggendaria la sua vita come pure la sua morte, altrettanto è misteriosa la notte di Natale a Palazzo di Sangro: si racconta che durante la notte del 24 Dicembre, dai finestroni si vedono candele e fiammelle accese che illuminano i saloni del palazzo e che si senta musica sacra provenire da un organo antico. Che si tratti di una messa?! Un’altro enigma senza tempo …

http://www.eternoulisse.it/miti_leggende/notti_magiche.html
http://amaraterra.blogspot.com/2014/12/streghe-e-lupi-mannari-nella-notte-di.html

Pubblicato da incarte

Nata a Napoli ha intrapreso una formazione artistica fra arte, cultura e spettacolo.